Il Ritorno

13 07 2009

Una mattina come tante: ti svegli, ti alzi, ti lavi (almeno si spera); solite attività motorie più dettate dai meccanici gesti abitudinari che da una reale connessione con la realtà; basta guardarsi allo specchio per capire che il tuo materasso non ti vuole bene. Ed è proprio in quel momento, in quel limbo tra il sonno e la veglia, che si avvertono le sensazioni più sincere, più vogliose, a volte come se qualcuno ti stesse tirando violentemente per un orecchio per dirti: “forzaaaa andiamoooooooo”; o più esplicitamente: “cazzo, ma ti muovi?”

L’omino nel cervello, si potrebbe dire; io lo definirei in con altri termini, come se fosse un vero richiamo: quello della libertà.

given yamaha

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